lunedì 23 luglio 2012

Quanta e quale energia nel 2050 ?

mercoledì 4 luglio 2012

Petrolio e futuro

La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 3 luglio 2012

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

L’umanità sta facendo grandi progressi verso un crescente uso delle fonti energetiche rinnovabili. I campi coperti di pannelli solari e le torri che offrono le loro pale eoliche al vento danno qualche speranza per il futuro energetico mondiale, ma, purtroppo, il mondo muove un milione di automobili, produce 14.000 miliardi di chilowattora all’anno di elettricità, fa funzionare le fabbriche, le acciaierie e le industrie chimiche, fornisce concimi e macchinari per la produzione del cibo quotidiano, e scalda gli edifici usando ancora in gran parte la trinità delle fonti energetiche fossili non rinnovabili e inquinanti: carbone, petrolio, gas naturale.

Nell’ultimo secolo più volte è stato agitato lo spettro della scarsità di qualcuna di queste fonti energetiche: A partire dal 1970 gli Stati Uniti, una volta grandi produttori di petrolio, sono stati costretti ad importarlo perché i pozzi si stanno esaurendo; i giacimenti del Mare del Nord forniscono sempre meno petrolio. Lo stesso vale per il gas naturale: i giacimenti di metano italiani, che hanno consentito la ricostruzione e il grande sviluppo dopo la Liberazione, si sono esauriti uno dopo l’altro. Per raggiungere giacimenti petroliferi meno comodi sono stati realizzati perfezionamenti tecnici poco noti ai consumatori, ma senza i quali i distributori di benzina sarebbero vuoti. I giacimenti petroliferi in genere si presentano in strati orizzontali di limitato spessore per cui i pozzi verticali estraggono solo una parte del petrolio di ciascun giacimento.
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