lunedì 20 febbraio 2012

Quattro volte di meno (1998)

Insegnare, n. 10, ottobre 1998
  
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Dai primi anni settanta del Novecento si è parlato tantissime volte dei "limiti" del pianeta Terra, dell'intrinseca contraddizione fra l'espansione dei consumi e la scarsità delle risorse naturali, sia di quelle economiche, come petrolio e minerali, sia di quelle "naturali", come la fertilità del suolo e la capacità ricettiva dei fiumi e dell'aria nei confronti delle scorie delle attività umane. Rilette oggi, le pagine scritte negli anni settanta sembrano lontane favole: recenti indagini mostrano che, anche nelle Università, intere generazioni di giovani studiosi non sanno o non ricordano niente del dibattito sui limiti delle risorse terrestri. Un argomento, del resto, di cui nessuno vuole sentire più parlare: lo si vede dai programmi politici, dai discorsi economici, dal senso di terrore perché in Occidente si vendono meno automobili, perché i russi non hanno soldi sufficienti per acquistare più merci: secondo il pensiero corrente solo l'espansione dei consumi ci salverà.
Tuttavia, pur nella distrazione e nel silenzio generale dei grandi mezzi di comunicazione, qualche libro spinge a guardare con diverso realismo al futuro. Ha fatto bene la rivista "Futuribili" (la cui nuova serie sta uscendo a cura del prof. Alberto Gasparini, dell'Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia ed è pubblicata dall'editore Franco Angeli di Milano) a dedicare il n. 3 del 1997 alla "rivisitazione" del libro, uscito 25 anni prima, "I limiti alla crescita", includendo un tentativo di sguardo ai futuri venticinque anni, fino al 2022.

A metà del 1999, la popolazione mondiale ha superato la soglia dei seimila milioni di persone, distribuiti circa 1.500 milioni nel Nord del mondo e 4.500 milioni di persone nel Sud del mondo. Dove prenderemo tutto il pane per sfamare tanta gente ? Se lo chiede un libro, tradotto di recente in italiano, dell'americano Joel E. Cohen: "Quante persone possono vivere sulla Terra ?", Bologna, il Mulino, 1998, 643 pp. Il libro non si occupa soltanto di aumento della popolazione, di agricoltura e dei vincoli fisici del pianeta, ma è ricco di spunti e di citazioni di grande interesse, tanto maggiore in quanto appare nel bicentenario della pubblicazione del "Primo saggio sulla popolazione" di Malthus.

Ma, obiettano i cornucopiani, proprio perché aumenta la popolazione, e aumenta la componente giovane della popolazione mondiale, e anche gli abitanti dei paesi poveri hanno ben diritto ad avere il benessere e le merci che abbiamo noi nel Nord del mondo ---  c'è bisogno di un aumento, anzi di un rapido aumento dei consumi di merci, macchinari, abitazioni, acqua, cibo, energia. Lasciate perciò lavorare in pace le imprese industriali e finanziarie che sanno bene loro come fare le cose.

A questo punto c'è da chiedersi se davvero l'attuale uso delle fonti di energia, dei prodotti agricoli, l'attuale produzione di macchinari e abitazioni sono quanto di meglio esista; se davvero la congestione urbana, l'inquinamento, le montagne di rifiuti solidi, la scomparsa delle foreste, l'erosione del suolo e i mutamenti climatici sono "l'inevitabile prezzo del progresso" ? Eppure sarebbe possibile soddisfare i bisogni umani, anche quelli di libertà e di lavoro dignitoso, con soluzioni tecnico-scientifiche molto meno dannose per il pianeta.

Il recente libro di E.U. von Weizsacker, A.B. Lovins e L.H. Lovins, "Fattore 4", pubblicato in italiano dalle Edizioni Ambiente (Via Guerrazzi 27, 20145 Milano, 255 pp.), sostiene, con numerosi esempi, che è possibile produrre le stesse merci e gli stessi servizi diminuendo di quattro volte il consumo di risorse naturali e di energia e l'inquinamento ambientale. Il libro suggerisce, per esempio, di riprogettare l'automobile --- uno strumento liberatorio, ma anche responsabile di pesanti consumi di energia e di materiali e di impatto ambientale negativo --- partendo da principi totalmente diversi: i coniugi Lovins, nel loro laboratorio sulle Montagne Rocciose negli Stati Uniti, hanno progettato una "iperautomobile" con materiali nuovi, con un diverso motore, con maggiore sicurezza e con consumi di energia fra 2 e un solo litro di benzina per 100 km. Molti altri esempi spiegano come è possibile diminuire di quattro volte i consumi di materie prima nella produzione di alimenti, cotone, nelle abitazioni, negli uffici.

Il libro insiste sul fatto che le proposte non mirano a sovvertire la società capitalistica e del libero mercato, ma anzi che le innovazioni proposte assicurano maggiori profitti alle imprese, maggiore e diversa occupazione, migliore uso del territorio. Anch'io sono convinto che solo una nuova educazione alla fantasia, all'innovazione, al futuro, diffusa fin dagli anni della scuola, potrà salvare in futuro questo nostro pianeta.





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